Mangiare bene

Insieme c’è più gusto

Il supermercato è sicuramente tra i luoghi in cui ci rechiamo più spesso. Una volta varcata la porta scorrevole, è difficile resistere alle varie tentazioni, restando fedeli alla lista della spesa.

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Nonostante l’impegno, riusciamo sempre a dimenticare qualcosa e, puntualmente, ce ne accorgiamo solo quando siamo ormai troppo lontani per rimediare. Come se tra gli scaffali scorresse il Letè, mentre sulla strada di casa l’Eunoè. È la maledizione del supermercato. Impossibile sottrarsi.

 

Tempo fa, sfogliando una di quelle riviste che ti danno alle casse, Bene Insieme di Conad, ho avuto modo di leggere un articolo molto interessante: “A mangiare bene si impara da piccoli… Educare a una corretta alimentazione è il miglior investimento per la salute degli adulti di domani”, della pedagogista Patrizia Baldrighi.

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L’articolo, rivolto ai genitori, fornisce ottime indicazioni sul: cosa, quando e perché. Ma non limita queste semplici abitudini ai bambini.

 

L’educazione alimentare è un fatto che deve coinvolgere tutta la famiglia, grandi e piccoli.

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E allora sono proprio loro, i genitori, i primi chiamati a dare il buon esempio, a fornire un modello corretto da imitare.

L’educazione alimentare è, dunque, parte integrante dell’educazione genitore-figlio.

Un momento d’insegnamento, ma anche un’occasione per trascorrere del tempo insieme e conoscersi meglio, non solo nei gusti. E che non vuole più adulti da una parte e bambini dall’altra incontrarsi solo al momento della consumazione del pasto.

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Nasce una nuova coppia, che collabora fin dall’acquisto del prodotto.

Restano i ruoli, ma non sono gerarchicamente sterili.

Il genitore continua ad essere tale, ma accetta il confronto ed è il primo a mettere in discussione le proprie abitudini alimentari. Il bambino, a sua volta, collabora attivamente ad un processo che prima subiva passivamente, acquisendo il diritto di parola in merito. Un diritto non arbitrario, ma che comporta una serie di nuove responsabilità.

 

Per concludere. L’articolo non tratta solo di alimentazione, ma anche di condivisione.  In questo sta la sua forza, ma anche il suo punto debole, in una società che ci vuole sempre al passo, in cui troppo spesso la tovaglia cede il posto alla tovaglietta americana, in cui condivisione è sempre più un concetto virtuale e non reale.

 

 

 

©Una caffettiera sul fuoco

Immagini: Pixabay

 

 

 

 

5 pensieri su “Insieme c’è più gusto”

  1. ho la sensazione che l’articolo da te citato sia una sorta di rivisitazione delle regole in voga ai tempi dei nostri nonni, mangiare sano, convivialità e condivisione, il pasto serale o domenicale era un rito che andava oltre il semplice alimentarsi. Certo, allora non vi era la tv, non vi erano gli smart (ormai nei ristoranti vedi solo gente che smanetta, figuriamoci in casa) e non vi era l’abitudine di mangiare in orari diversi. Dimenticavo, il cibo era genuino e si mangiava seguendo prodotti e tempi della natura.

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    1. Sì, hai colto nel segno. L’augurio è quello di riuscire a trovare un punto d’incontro tra i ritmi della società in cui viviamo e la qualità della vita. Dobbiamo educarci (e di conseguenza educare i più piccoli) ad uno stile di vita sano che possa coesistere, senza entrare in contraddizione, con una routine frenetica.

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