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Buon 2019!

Sono appena rientrata a casa. Ero uscita per pagare l’affitto e per fare la spesa. Fuori un tempaccio. Pioggia a non finire e vento gelido. Pare che questo fine settimana farà la neve, in alcune zone la sta già facendo. Quindi ho fatto un po’ di provviste.

 

Per fortuna che c’era Emme, altrimenti, senza macchina, mi sarei raffreddata per bene. Questa mattina ero letteralmente a pezzi. Dolore cervicale, mal di testa e raffreddore. Per non parlare della ragazza che abita sopra di me, dal venti di dicembre non fa che invitare gente a casa per far festa fino alle tre di notte. Impossibile svegliarsi in forma.

 

Ma sono testarda e ho tenuto duro. Così eccomi qua. Non ho ancora tolto il cappotto e già vi sto scrivendo. La verità è che mi manca molto questo spazietto virtuale, ma soprattutto mi mancate voi. Purtroppo negli ultimi mesi ho avuto poco tempo da dedicarvi e da dedicare a me stessa. Avremo modo di rifarci. Spero che abbiate passato bene le feste. Insieme o da soli, spero che abbiate avuto i vostri bocconi di serenità. Perché alla fine la serenità è il vero ossigeno della vita. Io, a fatica, sono riuscita a ritagliarmene qualcuno.

 

 

 

Non so se avete ascoltato il discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Conoscevo già la notizia, ma in quel contesto ha suscitato in me un brivido più profondo per via della natura conviviale e goliardica dell’ultima sera dell’anno. Mi riferisco all’anziana di Parma che, sola nel giorno di Natale, ha chiamato il 113 per fare gli auguri agli agenti.

Novant’anni e disabile, i figli lontani, aveva bisogno di scambiare due parole. E sì, non mi vergogno di dire che due lacrime sono scese.

 

La verità è che quando stiamo bene, e mi metto io nel gruppo, non vediamo tante cose. Eppure basterebbe poco. Un sorriso. Una piccola gentilezza. Un’attenzione.

Tante volte un gesto, anche da parte di uno sconosciuto, può cambiare la giornata a chi è solo. Perché la solitudine non è qualcosa di lontano da noi. Qualcosa che non ci tocca, che appartiene agli altri.

Si può essere soli anche in mezzo a tanta gente. Si può essere soli anche se si è giovani e in salute. Si può essere soli anche se si è fighi. La solitudine fa parte della vita umana e prima o poi la sperimentiamo tutti.

 

 

Questo messaggio di buon anno lo voglio dedicare quindi a tutti coloro che nella vita sono soli. Alle splendide isole in questo oceano di vita. Perché non perdano mai la stima e la fiducia in loro stessi. Perché non cedano alla compassione e alla commiserazione. Perché ritrovino il sorriso anche quando l’umore va giù. Perché possano ricordare che sono amati anche se lo dimenticano. Perché sappiano che non sono soli, che in realtà sono parte di un arcipelago assai più ampio. E che quest’anno nuovo possa essere il vostro. Buon 2019.

©Una caffettiera sul fuoco

Immagini: Pixabay

 

 

 

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